ALESSANDRO (Roma, 2018)


Alessandro sta lì. 

Ma non sempre. Però è possibile incontrarlo lì: di fianco la porta del bar che fa angolo tra Via di Santa Maria dell’Anima e Via di Tor Millina

Lui sta lì, tutto il giorno, cercando di vendere le sue opere.

Ogni volta che il mondo fa un giro lo trova dietro i suoi disegni. Lui è immobile e il mondo lo raggiunge e lo saluta.

Tutti passano da lì, da via di Tor Millina a pochi passi da piazza Navona. Tutti passano e si fermano per scambiare due parole con Alessandro. Non conta se stiano andando o tornando dal lavoro: si fermano, fumano una sigaretta, bevono qualcosa insieme. Alessandro riceve senza chiedere: una sigaretta, qualcosa da bere, affetto e stima. Non è elemosina. Non la chiede. È amicizia che si dà e si riceve. Conoscere Alessandro significa conoscere tutta una realtà che non sempre si vive, perché in quel bar non c’è solo Alessandro: ci sono tutti. Tutti quelli che hanno qualcosa da offrire, che sia pittura, disegno, musica in cambio di avere riconosciuta la dignità di essere umano.

Perché nella società gli individue sono legati da rapporti di collaborazione.