VISIONE PERIFERICA


Sesso, consolazione della miseria!

La puttana è una regina, il suo trono

è un rudere, la sua terra un pezzo

di merdoso prato, il suo scettro

una borsetta di vernice rossa:

abbaia nella notte, sporca e feroce

come un'antica madre: difende

il suo possesso e la sua vita.

I magnaccia, attorno, a frotte,

gonfi e sbattuti, coi loro baffi

brindisi o slavi, sono

capi, reggenti: combinano

nel buio, i loro affari di cento lire,

ammiccando in silenzio, scambiandosi

parole d'ordine: il mondo, escluso, tace

intorno a loro, che se ne sono esclusi,

silenziose carogne di rapaci.

Ma nei rifiuti del mondo, nasce

un nuovo mondo: nascono leggi nuove

dove non c'è più legge; nasce un nuovo

onore dove onore è il disonore...

Nascono potenze e nobiltà,

feroci, nei mucchi di tuguri,

nei luoghi sconfinati dove credi

che la città finisca, e dove invece

ricomincia, nemica, ricomincia

per migliaia di volte, con ponti

e labirinti, cantieri e sterri,

dietro mareggiate di grattacieli,

che coprono interi orizzonti.

Nella facilità dell'amore

il miserabile si sente uomo:

fonda la fiducia nella vita, fino

a disprezzare chi ha altra vita.

I figli si gettano all'avventura

sicuri d'essere in un mondo

che di loro, del loro sesso, ha paura.

La loro pietà è nell'essere spietati,

la loro forza nella leggerezza,

la loro speranza nel non avere speranza.

Pier Paolo Pasolini